Patologie del Ginocchio

La pagina dedicata alle patologie del ginocchio ti offre informazioni dettagliate sui diversi disturbi e lesioni che possono colpire questa importante articolazione. Scopri i sintomi, le cause e i trattamenti consigliati per garantire la tua salute e il benessere del tuo ginocchio.

Sintomi e Cause

Le patologie del ginocchio possono manifestarsi con sintomi come dolore, gonfiore, limitazione dei movimenti e instabilità dell'articolazione. Le cause possono essere varie, tra cui traumi sportivi, usura articolare, sovrappeso e malformazioni anatomiche.

Diagnosi e Trattamento

Per una corretta diagnosi delle patologie del ginocchio, è fondamentale sottoporsi a una visita specialistica ortopedica. Attraverso esami clinici, radiografie e risonanze magnetiche, sarà possibile individuare il disturbo e pianificare un trattamento personalizzato.

Prevenzione e Riabilitazione

Per prevenire le patologie del ginocchio è importante adottare uno stile di vita sano, praticare regolarmente attività fisica e evitare comportamenti a rischio. In caso di lesioni o interventi chirurgici, la riabilitazione ortopedica svolge un ruolo fondamentale nel recupero della funzionalità e nella prevenzione delle recidive.

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  1. Il tempo come maestro silenzioso

Dopo più di tre decenni di chirurgia, mi accorgo che molte delle certezze su cui abbiamo basato la nostra pratica sono cambiate. Non per essere smentite, ma per essere affinate.

Per decenni abbiamo sostenuto che il varismo del ginocchio fosse di per sé patogeno, causa diretta di artrosi femoro-tibiale interna, e che la protesizzazione avesse come scopo quello di “raddrizzare il ginocchio”.

Eppure, nella mia pratica quotidiana, non ho mai affidato ciecamente il mio lavoro ai numeri delle radiografie. Mi sono sempre fidato del giudizio intraoperatorio, della tensione dei tessuti molli, dell’osservazione dinamica. Ho tolto il minimo indispensabile, perché “a levare si può sempre”, e ho mirato non tanto alla correzione teorica di un asse, quanto al ripristino di una funzione.

Solo oggi scopro che questo modo di operare, che ho sempre considerato buon senso chirurgico, ha un nome: Kinematic Alignment.

  1. Il dubbio sul varismo come fattore causale

Resta in me una domanda che la mia esperienza non ha mai dissolto del tutto: a parità di peso, età e attività, il ginocchio varo sviluppa artrosi prima di quello neutro?

La mia osservazione clinica direbbe di sì: ho visto molte artrosi mediali in pazienti vari costituzionali. Ma la letteratura oggi distingue con chiarezza tra:

  • Varismo costituzionale: stabile, adattato, spesso non evolutivo.
  • Varismo patologico: progressivo, instabile, predittivo di degenerazione.

La biomeccanica moderna ci insegna che non è il varismo in sé il problema, ma la sua evolutività e la perdita di stabilità dinamica. Questo concetto mette in discussione un dogma storico e ci invita a una lettura più sfumata della relazione tra asse e degenerazione.

  1. Kinematic Alignment: un’intuizione ritrovata

Molti dei miei interventi, se riletti oggi, non erano affatto meccanicamente neutri. Erano guidati da un altro principio: rispettare il piano articolare, conservare l’anatomia nativa, garantire stabilità evitando rilasci forzati.

Inconsapevolmente, ho fatto Kinematic Alignment.
Non con la robotica, ma con l’occhio clinico, con il bisturi e con la sensibilità chirurgica.
Oggi, grazie agli studi di Howell e di altri, questi principi hanno basi scientifiche e follow-up solidi. È una conferma che l’istinto chirurgico, se maturato da esperienza e prudenza, spesso anticipa la scienza.

  1. Il pericolo opposto: la chirurgia dei numeri

Oggi vedo molti giovani ortopedici affidarsi quasi esclusivamente alla pianificazione digitale e alla robotica. Strumenti straordinari, certo, ma che non possono sostituire la sensibilità chirurgica.

Il rischio è generare interventi perfetti sulla radiografia, ma clinicamente insoddisfacenti. La chirurgia non è solo precisione matematica: è contesto, adattamento, percezione tridimensionale e capacità di leggere i tessuti.

L’errore di ieri era l’uniformità dogmatica (asse 180° per tutti). L’errore di oggi rischia di essere la fede cieca nella tecnologia.

  1. Evoluzione, non rottura

Non rinnego ciò che ho fatto. Ho ottenuto buoni risultati, e tanti pazienti soddisfatti. Ma oggi so che posso fare meglio, grazie a strumenti e conoscenze che non avevo.

Accolgo con curiosità le nuove classificazioni (CPAK, LDFA, MPTA), ma so che sono mezzi, non verità assolute. Mi fido degli studi di Howell perché nascono dalla biomeccanica, non dal marketing.

Ciò che sta cambiando non è solo l’allineamento, ma la filosofia: da un modello uniforme e standardizzato a un modello individualizzato e su misura.

Conclusione

Oggi, dopo oltre trent’anni di chirurgia, non mi sento ancorato al passato. Mi sento parte di un’evoluzione.

Non ho mai cercato un ginocchio perfetto sulla radiografia. Ho sempre cercato un ginocchio che funzionasse nella vita reale del paziente.